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Don Bosco Borgomanero: La 4 Les del don Bosco alle prese con una settimana di lavoro nel sociale

Dal 25 al 29 novembre scorso, gli studenti del 4° anno del Liceo Economico Sociale dell’Istituto Don Bosco di Borgomanero hanno partecipato alla “Settimana Sociale”, cinque giorni di lavoro incentrati sul sociale. Si riporta di seguito il Comunicato Stampa in merito all’iniziativa gentilmente fornito alla nostra Redazione.

La 4 Les del don Bosco alle prese con una settimana di lavoro nel sociale
Un’esperienza extrascolastica formativa

Dal 25 al 29 novembre gli studenti del 4^ anno del LES (Liceo Economico Sociale) dell’istituto Don Bosco hanno avuto la possibilità di partecipare alla “Settimana Sociale”, cinque giorni di lavoro incentrati sul sociale, fuori dalle mura scolastiche e al servizio del prossimo.

Si tratta di un’esperienza altamente formativa su più fronti: come avviene per l’Alternanza Scuola-Lavoro, ogni ragazzo è chiamato a misurarsi con le responsabilità che gli derivano dal confronto professionale con l’esterno e, in linea con la materia di indirizzo del liceo, a mettere in atto le competenze maturate nelle ore di Scienze Umane.

Ogni studente, nelle settimane precedenti, ha espresso le proprie preferenze in merito all’ambito in cui cimentarsi e, di conseguenza, ha individuato la struttura (un ente o un’associazione ad esempio) dove lavorare, ha preso contatti e presentato la documentazione necessaria.

Tra le associazioni e gli enti coinvolti: Casa Piccolo Bartolomeo, alcune scuole dell’infanzia sul territorio, Gazza Ladra.

Lucrezia Maspoli e Alessandro De Paoli, rappresentanti di classe, hanno così commentato l’esperienza:

“Possiamo dire che è stata una settimana faticosa, dove abbiamo imparato a conciliare il lavoro con lo studio. Inoltre questa attività ci ha permesso di “uscire dagli schemi”, avendo una visione del mondo diversa e vivere una realtà che credevamo non esistesse. Infine ci ha aiutato ad orientarci, anche in vista delle scelte scolastiche o lavorative del prossimo anno”.

Profili di Santità laicale

“Laici, Salesiani, in un mondo che cambia” – Profili di Santità laicale
Sabato 10 Febbraio 2018
Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice

La Famiglia Salesiana del Piemonte e della Valle d’Aosta organizza, Sabato 10 Febbraio 2018, un incontro di studio, riflessione e condivisione dal titolo “Laici, Salesiani, in un mondo che cambia” presso l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Piazza Maria Ausiliatrice, 35 a Torino.

Un’iniziativa rivolta ai membri della Famiglia Salesiana con la finalità di incontrarsi durante questo anno pastorale e riflettere intorno ad alcune domande ritenute urgenti in questo preciso momento storico.

In tale occasione, l’innesco del confronto sarà incentrato sulla Santità Laicale, cercando di sfogliare una galleria di ritratti di fedeli che hanno percorso il cammino della santità e generosamente si sono impegnati nell’ambito sociale ed ecclesiale.

Il programma osserverà i seguenti orari:

ore 14.30 – Accoglienza
ore 14.50 – Preghiera
ore 15.15 – Relazione
ore 16.30 – Confronto in gruppi
ore 17.30 – conclusione e Saluti

INFO & ISCRIZIONI entro il 3 Febbraio 2018 a: segretaria@fma-ipi.it  oppure a enrico.lupano@31gennaio.netù

 

“Facciamo presto” a creare lavoro in chiave generativa e solidale

“FACCIAMO PRESTO”
venerdì 24 novembre 2017
Fossano, Palestra presso CNOSFAP (via Verdi 22)

L’evento nasce in questo fine 2017 dall’esigenza di stabilire un confronto tra tutte quelle realtà che si sono impegnate per cogliere i bisogni sociali e culturali emergenti e giocare un ruolo attivo nella costruzione di una società più coesa e resiliente.

L’Officina del Possibile, le Manuattenzioni, il Pensolato e il Museo Social Club: quattro progetti che hanno generato e rinnovato molti valori e che hanno visto il coinvolgimento di volontari e imprese profit e non profit, organizzazioni pubbliche e private, detenuti a fine pena, insegnanti, agricoltori e molti altri ancora.

“FACCIAMO PRESTO” è un invito per tutti coloro che sono attivi nel contrasto alla crisi attraverso azioni solidali, che hanno il senso di condividere, discutere e consolidare apprendimenti e prospettive, nella direzione di cercare ulteriori sinergie affinché il “lavoro creato” sia l’ingrediente fondamentale di percorsi sostenibili e solidali che portano fuori da condizioni di marginalità, vulnerabilità o inattività.

Di seguito, il programma di attività della giornata del 24 novembre 2017, durante la quale vi saranno sia momenti di dialogo ispirati al confronto e all’ascolto di tutti i punti di vista, che una
conferenza con contributi di esperti ed infine un rinfresco preparato con i prodotti delle Cooperative.
Farà da cornice la palestra di Via Verdi, uno spazio rinnovato e colorato attraverso le Manuattenzioni.

 

Si pubblica qui di seguito l’articolo di “Targato CN” relativo a due incontri sul tema lavoro, bene comune e scenari futuri: due appuntamenti il 24 novembre alle 14.30 e alle 17 a Fossano per confrontarsi su nuovo welfare, fine pena, beni comuni e agricoltura sociale partendo da 4 esperienze realizzate.

Le realtà protagoniste di 4 nuove esperienze di welfare generativo: “L’Officina del Possibile”, “Manuattenzioni”, “La Coop Agricola sociale Pensolato” e “Il Museo Diocesano Social Club” hanno programmato due incontri, venerdì 24 novembre con inizio alle ore 14.30 e alle 17, al CNOS-FAP in via Verdi 22 a Fossano. Il primo è un “confronto aperto a più voci” tra chi collabora a progetti lavorativi, formativi, sociali e culturali che mettono al centro le persone fragili. Il secondo è una conferenza con esperti e rappresentanti di organizzazioni impegnate in politiche locali e nazionali.

L’appuntamento delle 14.30 parte con un confronto con il metodo open space technology sulla domanda: “Come possiamo creare più lavoro generando molteplici valori?”.

Dalle 17.00 le riflessioni saranno al centro di una conferenza che muoverà dal tema della creazione di lavoro in chiave generativa. Saranno tre le macro-aree sulle quali si alterneranno i relatori.

La prima nell’ambito del “fine pena e beni comuni” vedrà le riflessioni di Laura Bottero (direttrice U.E.P.E. Cuneo), Giuseppina Piscioneri (direttrice della Casa di reclusione di Fossano), Bruno Mellano (garante regionale dei detenuti e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà) e Domenico Arena (dirigente U.E.P.E. Torino, competente per le regioni Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta).

La seconda tratterà di “agricoltura sociale” con le riflessioni di Andrea Olivero (vice ministro alle politiche agricole alimentari e forestali), Mino Taricco (gruppo Pd Camera e Vicepresidente della Commissione bicamerale per la semplificazione), Delia Revelli (presidente Federazione regionale e provinciale Coldiretti Cuneo), Piero Delbosco (vescovo della Diocesi di Cuneo e Fossano) e Cristina Ballario (assessore alle politiche del lavoro e dell’agricoltura a Fossano).

A chiudere la conferenza è il “welfare e territorio” con interventi di Chiara Gribaudo (vicepresidente gruppo Pd Camera, responsabile lavoro), Gianpiero Piola (presidente del Consorzio Monviso Solidale), Antonella Ricci (responsabile del settore politiche sociali, Compagnia di San Paolo), Andrea Silvestri (direttore generale Fondazione Crc) e Gianfranco Mondino (Presidente Fondazione Crf).

La presentazione dei 4 progetti avviati quest’anno a Fossano e dei risultati conseguiti vuole stimolare ulteriori sinergie, ampliando la collaborazione tra imprese, enti no profit ed istituzioni pubbliche.

“L’Officina del Possibile” (Fondazione NoiAltri con le realtà sociali del fossanese): un emporio sociale aperto a tutti in cui le cose, ma anche le persone, trovano nuove possibilità. Sono state create 30 opportunità lavorative che hanno coinvolto 16 persone e supportato oltre 200 famiglie.
“Manuattenzioni” (CNOS-FAP in rete con altri): detenuti a fine pena, in un passaggio delicato dal carcere al reinserimento in società, si occupano di beni comuni. Hanno frequentato un corso di “manutenzione e bioedilizia”, hanno restituito alla città una palestra più bella ed anche efficiente dal punto di vista energetico ed hanno intrapreso percorsi lavorativi all’esterno.
“La Cascina Pensolato” (Caritas Fossano con Orti del Casalito e altre realtà sociali): 10 detenuti a fine pena ed ex detenuti hanno realizzato 5 serre, prodotto e venduto 600 quintali di ortaggi freschi. Prossimo obiettivo è l’inserimento lavorativo anche di persone con disabilità.
“Il museo diocesano social club” (Diocesi di Fossano con Culturadalbasso e altre organizzazioni): le opere di arte sacra sono diventate spazio di ascolto e dialogo tra persone fragili e la comunità. I protagonisti hanno dimostrato di saper ricominciare e guardare oltre.

Il pomeriggio si concluderà con il rinfresco, a base dei prodotti agricoli coltivati nella cascina Pensolato, in programma alle 19.00.

I progetti e gli eventi sono realizzati grazie al contributo delle Fondazioni bancarie tra cui la Compagnia di San Paolo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano e all’impegno di un gran numero di persone, istituzioni e organizzazioni attive nel contrasto alla povertà e nella costruzione di un nuovo welfare.

 

Il progetto «Manuattenzioni» impegna alcuni detenuti nella riqualificazione di una palestra

Come la comunità locale, a fianco degli istituti carcerari e degli uffici di esecuzione penale esterna, può contribuire alla buona riuscita del fine pena?
Da questa domanda e dall’idea di generare più valori insieme – sociale, economico, culturale, ambientale – nasce il progetto “Manuattenzioni“, con il fine di accompagnare  i detenuti al reinserimento nel tessuto sociale e lavorativo, mantenendo un alto grado di flessibilità e capacità di rispondere ai bisogni di detenuti ed ex detenuti coinvolti e imparando a sviluppare sinergia e comunicazione efficace tra le organizzazioni coinvolte. Il progetto promuove una riflessione “aperta” intorno alla reclusione e alla progettualità di cura e di vita rispetto alla immobilità della pena. Manuattenzioni è un progetto pilota replicabile che si svolge a Fossano nel 2017.

Si riporta qui di seguito l’articolo a cura di Federico Carle apparso nell’edizione di Avvenire di Domenica 8 Ottobre 2017, che entra nel merito del progetto con un cantiere “dal basso”, pensato per  far fronte al degrado di una palestra di proprietà dell’Istituto salesiano di Fossano:

“Liberi di lavorare per il bene di tutti”
Un cantiere «dal basso» che coinvolge anche la comunità
Tra i promotori principali ci sono salesiani e Comune

In città, negli ultimi sei mesi, un ponte è crollato e il cornicione della palestra di una scuola pubblica si è staccato. Tragedie scampate, ma solo per fortuna. Sono però segnali di una fragilità che denota come la manutenzione dei beni comuni da parte dello Stato sia messa in crisi dalla difficile situazione economica. Una fragilità che induce a pensare a quella del fine pena, in cui il reinserimento sociale e lavorativo è spesso troppo complicato. Due fragilità che il progetto «Manuattenzioni» ha unito, generando una forza. Così proprio a Fossano, ancor prima dei crolli, si era già pensato a come far fronte al degrado di una palestra di proprietà dell’Istituto salesiano, progettando un «percorso» di recupero che avesse al centro il lavoro di detenuti in uscita: dodici tra carcerati a fine pena, agli arresti domiciliari o ex detenuti. Così, da aprile, molti di loro sono stati impegnati nella manutenzione e recupero dei locali della palestra. Un cantiere «dal basso», soprattutto, in cui coinvolgere la comunità locale – così come le associazioni sportive o culturali che usano normalmente la palestra – per provare a «disegnare insieme» con dei laboratori creativi, i motivi artistici per gli interni. «Manuattenzioni» però si è rivelato anche un progetto sostenibile perché basato sui criteri della bioedilizia e bioclimatica, come l’utilizzo del sughero per il rivestimento della facciata esterna. «È importante scegliere il materiale giusto, sia per l’ambiente, ma anche per tararlo con la vita media di una palestra pubblica, superiore rispetto ai normali edifici», racconta Monica Mazzucco dell’impresa sociale innovativa Culturadalbasso che ha coordinato il progetto. Un «per-corso», per cui «la formazione è stata fondamentale – sostiene Maurizio Giraudo, coordinatore dei Cfp salesiani della provincia di Cuneo – i detenuti in uscita hanno svolto per otto settimane una formazione in aula e sul campo con le imprese edili e le aziende. Un modo per passare da meri esecutori a piccoli imprenditori, imparando soluzioni e progettando con la testa e con le mani». Sono queste le «attenzioni» del progetto: al lavoro, alla persona, alla comunità e al Creato, che i salesiani sanno fare di «mestiere» molto bene. Per questo sono (come associazione Cnos–Fap) tra i promotori principali del progetto insieme a Culturadalbasso, cooperativa Frassati e Comune di Fossano. Un’iniziativa che ha come maggior sostenitore la Compagnia di San Paolo e che vede in rete, oltre alla casa di reclusione di Fossano e l’ufficio esecuzione penale esterna di Cuneo, anche il Consorzio Monviso solidale, la fondazione NoiAltri onlus, la Caritas della diocesi di Fossano, l’impresa Energia Soave, le cooperative Arti e mestieri, Il Ramo e quella agricola sociale Pensolato. Proprio a Pensolato, realtà nata grazie alla catalizzazione di sinergie che si è attuata col progetto, stanno trovando occupazione alcuni dei detenuti che hanno partecipato a «Manuattenzioni». Adesso il lavoro è quasi ultimato, manca l’abbellimento interno coi disegni emersi dai laboratori svolti fra comunità locale e detenuti. L’inaugurazione – potrebbe essere presente anche il ministro Orlando (il ministero di Grazia e Giustizia ha concesso il patrocinio) –, è prevista a novembre. La palestra è gestita dal Comune, che da solo non avrebbe avuto i fondi necessari per la riqualificazione, per questo Manuattenzioni «è stato un bellissimo esempio di lavoro di squadra», sostiene Stefano Mana direttore della Caritas diocesana. Un progetto di inclusione sociale, di formazione e di secondo welfare in cui il pubblico ha incontrato il privato in modo virtuoso e positivo. E i detenuti? «Grazie…», si limitano a dire con un sorriso che forse a inizio progetto non avevano. Un grazie semplice semplice, ma vero e generativo.