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Salesiani in Capitolo: «Come servire i giovani oggi?» – La Voce e il Tempo

La Voce e il Tempo di domenica 23 febbraio dedica un articolo all’apertura del 28° Capitolo Generale avvenuta la settimana scorsa dove il Rettor Maggiore ha dato il benvenuto ai capitolari e spiegato le finalità del Capitolo che ritorna a Valdocco dopo 62 anni. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato, a cura di Federica Bello.

Salesiani in Capitolo: «Come servire i giovani oggi?»

«Come continuare ad essere apostoli al servizio dei giovani oggi?». Questo l’interrogativo e l’obiettivo che il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime, ha espresso domenica 16 febbraio a Maria Ausiliatrice nella prima celebrazione del 28°Capitolo Generale (CG28) della Congregazione Salesiana.

Nella basilica gremita il Rettor Maggiore ha dato il benvenuto ai capitolari e spiegato il senso e la finalità di un incontro e di un confronto che «per la presenza dello Spirito è diverso da qualunque altro congresso» e che ritorna a Valdocco dopo 62 anni.

Il Capitolo che si sviluppa su 7 settimane (si concluderà il 4 aprile) coinvolge 242 capitolari di 66 nazioni, in rappresentanza delle 7 Regioni (oltre 130 paesi) nelle quali è divisa la congregazione, che saranno dunque impegnati a rispondere alla domanda guida del Capitolo: «Quali salesiani per i giovani d’oggi?».

Nella prima settimana i lavori sono rivolti soprattutto all’ascolto e alla riflessione in merito alle relazioni del Rettor Maggiore e del suo Consiglio sullo stato della Congregazione, oltre che alla creazione di un clima di discernimento. Al mattino di sabato 22 è invece prevista la cerimonia di apertura ufficiale del Capitolo.

«Noi ci chiederemo», ha spiegato il Rettor Maggiore, «nelle prossime settimane come essere oggi salesiani di Don Bosco, consacrati da Dio, capaci di testimoniare il suo Amore, specialmente ai giovani, a quelli oggi più poveri e bisognosi. Sappiamo che la missione che il Signore ci ha affidato ha un obiettivo che supera le nostre povere forze; però non siamo soli. È Sua l’iniziativa generosa. Ci chiama alla missione salesiana nella vita religiosa e stabilisce il suo patto di Alleanza con noi nella consacrazione, che penetra il nostro modo di essere e agire. Oggi il nostro CG28 intende aiutare la Congregazione a mostrare come continuare ad essere oggi quegli apostoli dedicati al servizio dei giovani in questo mondo oggi e nei contesti di oggi».

E dall’obiettivo ad un programma fondato su tre parole: docilità allo Spirito, fedeltà e speranza:

«Nella speranza con cui contempliamo, alla luce della fede, il futuro, il nostro Dio ci darà la forza di continuare a sognare, come Don Bosco, il meglio per i nostri giovani, specialmente quelli che hanno più bisogno di noi».

Su www.infoans.org video, foto e documenti per seguire giorno per giorno i lavori del Capitolo.

La Voce e il Tempo: Mostra “Exodus” a Maria Ausiliatrice

La Voce e il Tempo dedica un articolo alla mostra “Exodus” esposta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco. Si riporta di seguito l’articolo che sarà pubblicato domenica 17 novembre 2019, a cura di Federica Bello.

«Exodus»: l’arte contro l’odio nel mondo

MARIA AUSILIATRICE – UNA MOSTRA DI TREDICI GRANDI TELERI PER DENUNCIARE IL DRAMMA DELLE MIGRAZIONI E DEGLI EFFETTI DEI CONFLITTI SULLA VITA DI UOMINI, DONNE E BAMBINI

«La foto del piccolo Alan sulla spiaggia di Bodrum che ha fatto il giro del mondo e ha emozionato e mobilitato l’opinione pubblica è stata eseguita nel settembre 2015. L’immagine di Alan, da me rielaborata, è entrata a far parte anche del mio immaginario ed è presente in mostra. Vorrei che anche la mia pittura contribuisse a consolidare e far crescere tale necessaria mobilitazione morale, che sola può lacera- re un’insopportabile cappa d’indifferenza».

Così Safet Zec, pittore e incisore nato in Bosnia nel 1943 e costretto a fuggire dalla Jugoslavia nel 1992 a causa del conflitto, descrive il senso della sua opera «Child Triptyc» (tempera su carta e tela di 3 metri per 6 circa) che fa parte del ciclo «Exodus» che fino al 20 dicembre si può ammirare nell’allestimento realizzato all’interno della basilica torinese di Maria Ausiliatrice. Una mostra di tredici grandi teleri realizzati dall’artista per denunciare il dramma delle migrazioni e degli effetti dei conflitti sulla vita di uomini donne e bambini, voluta dai salesiani di Valdocco e da Amici di Don Bosco per richiamare l’attenzione sulla situazione di tanti giovani e ragazzi come Alan, vittime dell’odio e della tratta.

«Sradicamento, abbandono, dolore, perdita identitaria, ma anche accoglienza e speranza in un futuro migliore sono solo alcune delle sensazioni», spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni don Bosco, «trasmesse dalle opere di Safet Zec che trovano infatti la loro ideale collocazione nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, il luogo dove don Bosco a metà ‘800 accoglieva i ragazzi più vulnerabili ed emarginati, lontani dal luogo di nascita e senza famiglia».

«Nella Basilica di Maria Ausiliatrice», evidenzia il rettore don Guido Errico, «c’è un continuo passaggio di giovani, di famiglie, di persone, sostando qui e vedendo le opere esposte avranno un’ulteriore occasione per riflettere e pregare per le tante vittime dei conflitti, delle migrazioni e per trovare stimoli e forza per azioni concrete di aiuto, sensibilizzazione».

Tra le opere, significativo l’accostamento di «Man with children» accanto alla cappella che accoglie il Santo:

«L’uomo che tiene sul petto due bambini», commenta Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, che ha inaugurato la mostra, «rivela un atteggiamento pittorico di Zec: dal colore terreo del fondo emerge la figura dell’uomo e il pittore gioca su un ripensamento. Ci fa vedere i forti tratti come un disegno preparatorio in cui l’uomo non è nell’atto di alzarsi, ma ha tutte e due le ginocchia a terra. Zec non vuole raccontare il dolore, ma la capacità di quest’uomo di sollevarsi, di riprendere il cammino del suo esodo. Il predominio non è del dolore che viene relegato a pochi incisivi tratti, ma alla ripartenza carica di colore».

La mostra è approdata a Torino dopo Venezia e Roma ed è visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle 16, compatibilmente con le celebrazioni eucaristiche. L’ingresso è libero.

Federica BELLO

2.002 Richiedenti asilo accolti in Piemonte

E’ stato presentato a Torino “Il Diritto d’asilo – Minori rifugiati vulnerabili e senza voce”,  il primo rapporto nazionale con un interessante focus sui minori non accompagnati realizzato dalla Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale collegato alla CEI.

La fotografia che ne viene fuori rispetto all’area Piemonte-Valle d’Aosta è la seguente: 167 strutture ricettive e 2.002  profughi accolti. La città metropolitana di Torino ospita  758 persone, di cui 207 in parrocchie, 28 in famiglie e 476 in 20 Centri ecclesiali. Seguono Novara e Biella rispettivamente con 556 e 223 accoglienze.

Nelle case di don Bosco dell’ispettoria di Piemonte e Valle d’Aosta trenta ragazzi hanno incontrato ospitalità e non solo. Infatti ad accoglierli anche una seria progettualità di avvio verso un percorso educativo e formativo finalizzato all’autonomia di ciascun giovane.

Si segnala l’interessante servizio pubblicato da La Voce E Il Tempo di Marina Lomunno, Federica Bello e Federico Biggio.