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ASD Auxilium Monterosa: conclusione stagione sportiva 2022/2023

L’ASD Auxilium Monterosa ha terminato una stagione sportiva ricca di soddisfazioni, di seguito il resoconto del momento di festa conclusivo a cura del sito dei Salesiani del Michele Rua.

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Al termine di una stagione ricca di eventi e – finalmente – libera dai vincoli della pandemia, l’ASD Auxilium Monterosa ha concluso le sue attività con un momento di festa per allenatori, dirigenti e staff.

Con oltre cinquecento tesserati nella corrente stagione e circa ottanta giovani e “diversamente” giovani che hanno regalato tempo, disponibilità, pazienza e competenza, l’anno sportivo 2022/2023 si chiude con la speranza concreta di aver contribuito al cammino dell’Oratorio M. Rua di cui si sente pienamente parte, e con il rinnovato desiderio di poter continuare ad essere vicino ai ragazzi e alle loro famiglie anche per la prossima stagione, già in programmazione.

Un grazie dunque a chi è stato in campo, a chi è stato dietro una scrivania, a chi ha coordinato, a chi ha pazientemente aspettato i risultati dei ragazzi/e che sono sicuramente più “sportivi” di un anno fa!

Una meritata pausa di riposo, dunque, che preannuncia una nuova ripartenza con alcune novità, che con il prossimo anno… eh beh! adesso non possiamo svelare tutto! un po’ di suspence e… ci rivediamo a settembre!

UPS: “Essere cristiani in un mondo che cambia”: le Giornate Salesiane di Comunicazione 2022

Venerdì 29 e sabato 30 aprile 2022 presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) a Roma,  si terranno le Giornate Salesiane di Comunicazione, sul tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, per approfondire l’argomento più ampio: “Essere cristiani in un mondo che cambia”. All’appuntamento di quest’anno parteciperà anche la Madre Generale delle FMA, Madre Chiara Cazzuola. Di seguito la notizia pubblicata dal sito dell’ANS.

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(ANS – Roma) – Dopo la pausa obbligata degli ultimi anni, a motivo della pandemia, riprende domani una bella tradizione, nata nel 2012, per favorire l’educazione alla comunicazione tra i giovani in formazione iniziale dei Salesiani di Don Bosco (SDB) e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA): le Giornate Salesiane di Comunicazione. L’appuntamento di quest’anno, che si articolerà nel pomeriggio di venerdì 29 e nella mattinata di sabato 30 aprile presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) a Roma, partirà dal Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (GMCS) 2022, sul tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, per approfondire l’argomento più ampio: “Essere cristiani in un mondo che cambia”.

Le Giornate Salesiane di Comunicazione sono il frutto di una sinergia tra i Dicasteri SDB e gli Ambiti FMA per la Comunicazione Sociale e la Formazione, la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’UPS e la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”.

All’appuntamento di quest’anno, cui sono attese complessivamente circa 150 persone, parteciperanno anche la Madre Generale delle FMA, Madre Chiara Cazzuola, che insieme al Superiore della Visitatoria “Maria Sede della Sapienza” dell’UPS, don Maria Arokiam Kanaga offrirà il pensiero della “buonanotte salesiana” di venerdì 29; e don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, che accompagnerà tutti i lavori dell’evento.

Avviate ormai un decennio fa, le Giornate Salesiane di Comunicazione sono un esempio dell’attenzione dei vertici delle due più ampie congregazioni della Famiglia Salesiana ad attivare tra i propri membri, a partire propri dai più giovani, processi di formazione alla comunicazione di ampio respiro: la formazione alla comunicazione che si vuole proporre, infatti, non mira soltanto ad offrire tecniche e strumenti da utilizzare con i ragazzi, ma a maturare una coscienza e un agire comunicativo a servizio delle persone che si incontreranno durante tutta la propria missione.

Se nei primi anni le Giornate Salesiane di Comunicazione erano dedicate quasi integralmente alla riflessione sul messaggio del Papa per la GMCS, ora si vuole valorizzare tale messaggio nell’ambito di un approccio più vasto e sistematico, che abbia sullo sfondo il tema antropologico della comunicazione umana e le interpellanze della realtà contemporanea. Ecco perché il motto di quest’edizione – “Essere cristiani in un mondo che cambia” – mette al centro come vivere e comunicare da cristiani in un ambiente che oggi vive senza la necessità di Dio, con un immaginario dominato dalla prospettiva economica e tecnico-scientifica e con la dimensione digitale che segna anche lo spazio delle relazioni.

Tra le altre novità da segnalare per quest’edizione, infine, c’è anche il fatto che è stato appositamente previsto un percorso di preparazione alle Giornate – con un impegno diretto da parte dei partecipanti – e che è in programma anche un cammino di accompagnamento per farne maturare i frutti.

A livello di attività in programma, le Giornate Salesiane di Comunicazione 2022 si apriranno con una relazione introduttiva del noto missionario e comunicatore comboniano Padre Giulio Albanese, sul tema del Messaggio della GMCS 2022, cui seguirà un tempo di riflessioni e domande.

Successivamente i partecipanti avranno l’opportunità di seguire un laboratorio a scelta tra i 9 disponibili, inerenti ad una pluralità di temi non prettamente di comunicazione, ma affrontati con l’attenzione alla dimensione della comunicazione: il cristiano come artigiano di pace, l’ecologia integrale, le sfide dell’identità di genere, gli scandali nella Chiesa, la creatività nella liturgia, l’immaginario religioso presentato nelle piattaforme audiovisive, i consacrati e la rete, la realtà odierna dell’universo giovanile e la credibilità dell’individuo.

Dopo i lavori di gruppo, le risonanze in assemblea e il tempo per la preghiera serale, la Celebrazione Eucaristica e la fraternità, nella serata tematica verranno proiettate e discusse alcune video-interviste prodotte dagli stessi partecipanti nell’ambito del loro percorso di preparazione all’evento.

Nella mattinata di sabato mattina, oltre alla Messa comunitaria, proseguiranno i lavori di gruppo e si terminerà con un’assemblea conclusiva delle Giornate.

“Società, quale progresso?” Intervista a Suor Alessandra Smerilli – Corriere della Sera

Nella giornata di oggi, il settimanale del venerdì del Corriere della SeraSette” dedica un’intervista a Suor Alessandra Smerilli, F.M.A., docente di economia politica e statistica presso la Pontificia facoltà di scienze dell’educazione «Auxilium» di Roma. Il tema dell’articolo è incentrato sul progresso della società dove il “prendersi cura” può diventare “cosa pubblica” per creare valore, soprattutto il questo periodo storico di pandemia. Di seguito un estratto dell’articolo redatto da Elisabetta Soglio.

SOCIETÀ QUALE PROGRESSO?
ALESSANDRA SMERILLI «PRENDERSI CURA DIVENTI COSA PUBBLICA: COSÌ SI CREA VALORE»

Dice che questa esperienza della pandemia è stata «un momento duro, ma fecondo». Anzi «rivoluzionario»: perché «questa fase storica ci ha insegnato l’importanza del prendersi cura gli uni degli altri». Ad Alessandra Smerilli, economista, consigliera del Papa e suora dell’ordine di Maria Ausiliatrice, la parola “cura” piace davvero tanto e la ripete di continuo. E cita la filosofa canadese Jennifer Nedelsky, che l’ha ispirata su questi temi: «Quando incontri una persona le chiedi di “cosa” si occupa. Invece proviamo a chiedere di “chi” si occupa». Poi, pensa che per il futuro sia necessario valorizzare le competenze e i talenti femminili, «perché le donne hanno chiaro il senso dell’I care , ne fanno esperienza nella vita privata e devono trasferire questo approccio nella dimensione pubblica». Infine suor Smerilli guarda al futuro con «grandissima fiducia», pensando soprattutto ai tanti giovani che ha incontrato e incontra e che «hanno visione, entusiasmo, capacità da mettere a disposizione».

Nata 46 anni fa a Vasto, Smerilli frequentava l’oratorio dei salesiani e lì matura esperienze di gruppo e di animazione. Inizia il liceo scientifico ed è brava negli studi: «Studiare mi piaceva proprio ed è rimasta una parte importante della mia vita».

La vocazione quando arriva?

«A 16 anni avevo già chiaro che avrei vissuto per mettermi al servizio. Stavo vivendo una storia molto bella con un ragazzo e ho avuto un lampo: neanche la persona più bella del mondo mi sarebbe bastata. A 18 anni ho lasciato casa e sono entrata dalle Figlie di Maria ausiliatrice a Roma».

E la passione per l’economia?

«Quando stavo scegliendo il corso di studi in realtà non ci pensavo per nulla. Volevo fare una facoltà scientifica, oppure scienze dell’educazione o psicologia e andare nelle periferie di Roma. Invece una madre superiora mi chiama e dice che c’è bisogno di una persona esperta di economia, culturalmente preparata alle sfide del futuro. Una donna che vede lungo, insomma».

E lei?

«Ho obbedito, anche se ero preoccupatissima perché mi vedevo già seppellita nei numeri. Invece mi sono appassionata, soprattutto ai temi dell’economia politica. Al terzo anno di studi mi sono orientata su Economia di sviluppo e ho conosciuto Luigino Bruni: mi sono resa conto che quello che studiavo poteva avere luce nuova. Io ero abituata ad un mondo in cui gli economisti consideravano la dottrina sociale della Chiesa come “giudicante”. Invece ho capito che poteva nascere da lì una teoria economica che ha in sé i presupposti di persona: questo mi ha illuminato e convinta».

Quindi ha deciso di diventare economista.

«Ne ho parlato molto con Stefano Zamagni. E alla fine ho proposto io alla superiora di continuare con la ricerca: mi sono laureata in Economia e commercio con indirizzo Economia politica a Roma 3 per poi proseguire negli studi».

Come la guardavano compagne e compagni?

«Beh, ovviamente all’inizio erano un po’ straniti: in mezzo a 250 persone arriva una col velo…. Ma nel primo anno in cui frequentavo, il grigio era tornato tantissimo di moda e quindi almeno ero di tendenza (ride, ndr ). In realtà sono stati anni bellissimi: avevo quattro anni di più, alcuni si avvicinavano attratti dalla stranezza della mia presenza, altri per dubbi di fede. Poi si è creato un senso di rispetto perché comunque andavo bene e mi fermavo a studiare con compagne e compagni, ci siamo aiutati a vicenda e alcuni rapporti sono diventati amicizie».

I voti perpetui?

«Sono arrivati durante il dottorato che ho fatto alla Sapienza. Poi ho fatto un visiting in Inghilterra e quindi un dottorato part time mentre avevo cominciato ad insegnare alla mia università».

Oggi insegna?

«Si. Economia politica all’Auxilium di Roma. Ho insegnato anche in Cattolica e alla Lumsa, ho tenuto un master di Economia civile in Bicocca».

In cattedra con il velo?

«Alcune volte non lo usavo perché mi pareva che la presenza di un velo nelle lezioni di Economia politica potesse rappresentare un ostacolo e costituire un pregiudizio in partenza».

Ma il fatto di essere una religiosa la fa sentire meno considerata?

«In linea di massima proprio no. Poi capita una volta durante un convegno in Calabria, ho dovuto dire a una persona che aveva evidenti pregiudizi che le cose che stavo dicendo le avevo pubblicato su una rivista scientifica non sul bollettino parrocchiale».

Fiducia?

«Ne ho sempre ricevuta molta: a 35 anni ero nel Comitato scientifico delle Settimane sociali, ad esempio (riunioni di studio per guidare l’azione cattolica nel mondo del lavoro, ndr ). Da una parte ho sempre ricevuto fiducia, dall’altra però ero sempre l’unica in un mondo maschile».

E come si è posta?

«Ho sempre cercato di non mettermi in contrapposizione e di portare competenze. Questo è l’unico modo per dimostrare che c’è bisogno di donne nel pensiero e nell’organizzazione, prima ancora che nei ruoli. Il fatto di essere economista e non teologa mi aiuta molto perché ho una professionalità in un ambito ancora prevalentemente maschile e non comune nella Chiesa».

Il suo rapporto con Papa Francesco?

«Sento molta stima da parte di Papa Francesco e gli sono profondamente grata. Da parte mia c’è il desiderio di essere al servizio della missione della Chiesa. Quando lo incontro ha sempre una battuta e con lui ho solo foto in cui rido».

Lei all’inizio parlava di un momento rivoluzionario.

«È cosi. Intanto dobbiamo smettere di relegare il tema della cura alla famiglia. Prendersi cura oggi significa parlare delle persone in generale, del Pianeta, della collettività. Un tempo rivoluzionario come quello in cui visse san Benedetto: allora si pensava che il lavoro manuale fosse cosa da schiavi, lui diede nobiltà e dignità al lavoro. Il lavoro di oggi è prenderci cura».

Lei come lo esercita?

«Nelle relazioni cerco di occuparmi delle persone che mi stanno intorno in ufficio, come dei miei studenti: di essere una con cui si può parlare e ci si può anche sfogare. Con le mie consorelle vorrei essere più presente: ma sono molto anziane e in questa fase è anche più prudente non avvicinarle troppo visto che io mi muovo comunque».

La vediamo in tivù: si è scoperta comunicatrice?

«La Rai me lo ha chiesto, ho provato e ho scoperto che mi piace. Prima era un programma radio con il pensiero del giorno, poi è cominciata questa trasmissione tivù (A sua immagine, ndr ) che mi coinvolge molto e posso collaborare con l’autore e il regista nella definizione di scaletta e testi. Accostare economia e Vangelo e farlo con volti e storie: mi piace proprio».

Non le manca una persona accanto, una famiglia?

«No, anche se so di avere fatto una scelta di rinuncia: non essermi legata a nessuno è per una risposta a una chiamata e a una missione che mi chiede di essere tutta donata. Non sempre è facile, ovvio. Ma la mia vita è piena e non penso lo sia meno di quella di chi ha scelto altri percorsi. Vivo amicizie profonde che fanno bene al cuore e all’anima. Ecco, se devo dire forse mi manca non avere avuto un figlio o una figlia, ma mi rendo conto che non sono conciliabili e questa rinuncia iniziale mi ha resa sorella e mamma di tutti».

Le donne continuano a faticare a trovare spazio anche nella Chiesa?

«Il tema è caldo e sofferto da tante donne. C’è un processo in corso che in questo momento non si può arrestare: dove lavoro, nella commissione Covid vaticana, siamo tante giovani donne in un team molto dinamico con tanta libertà di muoversi, fare e poter osare, sognare. Un famoso giornalista e conduttore quando è venuto a vedere cosa stiamo facendo mi ha detto: “Dovevo arrivare in Vaticano per trovare le novità”. Ecco, io credo si debba andare oltre certe letture. Questo non significa che il problema non ci sia. Però anche noi donne siamo un po’ timorose e timide e tante volte è difficile pensare che una responsabilità potrebbe essere affidata ad una donna perché stentiamo a farci avanti».

Servirebbero più donne nei posti di potere?

«Non tanto per il potere in sé. Ma perché se non ci sono donne a pensare e decidere, quello che viene deciso fatto e comunicato diventa escludente e tante donne non si riconoscono».

Una chiesa poco attrattiva sui giovani?

«Forse si fa fatica a trasmettere ai giovani il sapore del Vangelo. Ma giovani ne frequento tanti, in università e poi in tutta l’esperienza di Economy of Francesco; il problema non sono i giovani, ma siamo noi che non siamo capaci di affidare loro il cambiamento, e senza giovani non sarà vero cambiamento».

Economy of Francesco continuerà?

«Certo. La bellezza è aver creato una rete tra tanti giovani che desiderano cambiare il mondo e adesso sanno che c’è una comunità che la pensa allo stesso modo e che vuole sostenerli».

Cura solo anima e mente, suor Alessandra?

«È difficile fare di più. Però tutte le mattine mi alzo molto presto e cammino almeno 40 minuti sul Lungotevere o in giro per Roma prima che si svegli. Intanto prego: le mie lodi le prego camminando».

Suor Smerilli: Una conversione ecologica per rigenerare il mondo

Pubblichiamo un articolo di Famiglia Cristiana nel quale suor Alessandra Smerilli, docente all’Auxilium e consigliere di Stato Vaticano, racconta la sfida dell’economia dopo l’esperienza del Covid-19.

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«Si dice che, dopo il Covid-19, dobbiamo ripartire. Ma davvero siamo convinti che sia utile ripartire facendo esattamente quello che facevamo prima? Nel gruppo di lavoro di cui faccio parte, preferiamo usare il verbo “rigenerare”, andare verso una trasformazione dell’economia, del mondo del lavoro e della società imparando da ciò che abbiamo vissuto. Crediamo sia questa la vera sfida, dopo il trauma della pandemia che ha investito tutto il pianeta». Religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, suor Alessandra Smerilli, 45 anni, originaria di Vasto (Chieti), insegna Economia politica alla Pontificia facoltà di scienze dell’educazione Auxilium di Roma, l’università delle suore Salesiane. Papa Francesco l’ha nominata lo scorso anno consigliere di Stato della Città del Vaticano. E in questo ruolo sta coordinando una task force di economisti all’interno di una commissione fortemente voluta dal Papa, che ha il compito di elaborare proposte innovative a partire dall’esperienza del Covid-19.

CREATIVITÀ EVANGELICA
«Quello che stiamo vivendo è un periodo delicato e decisivo», afferma suor Smerilli, «che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, nell’economia, nella nostra stessa organizzazione sociale, nel nostro equilibrio con la natura. Il Papa ha chiesto a noi economisti delle proposte concrete per affrontare queste sfide, che abbiano basi solide ma anche la creatività del Vangelo». La direzione verso cui la commissione post Covid-19 del Vaticano sta lavorando è quella di un modello economico più sostenibile e dell’ecologia integrale, per questo suor Alessandra è coinvolta anche nell’anno di celebrazioni della Laudato si’, l’enciclica sulla custodia del creato di papa Francesco, a cinque anni dalla pubblicazione il 24 maggio 2015. «Questi cinque anni sono stati il periodo della ruminatio», afferma suor Smerilli. «La Laudato si’ è stata accolta subito con entusiasmo, anche in ambienti non cattolici. Sono partite iniziative in tutto il mondo: penso alle famiglie che si sono unite per ridurre i consumi, alle nuove “comunità Laudato si’”, alle università e alle parrocchie che stanno attuando la conversione ecologica e danno spazio a una spiritualità del creato, all’interessante fenomeno dei monasteri a impatto zero, a tante persone non credenti che si sono mosse ispirate dall’enciclica. All’inizio si è trattato di iniziative sporadiche, che poi però sono state messe a sistema da chi, profondamente convinto, si è fatto promotore del cambiamento. L’anno di celebrazione sarà un altro inizio, cui seguiranno sette anni – un numero biblico, non a caso, per far crescere queste pratiche di transizione ecologica e replicarle, fare massa critica e aumentare l’impatto sulla politica e su chi deve prendere decisioni».

UN ANNO DI INIZIATIVE
A partire dal primo settembre, giornata per la salvaguardia del Creato, fino a maggio del 2021, il programma dell’anno della Laudato si’ vedrà coinvolte Chiese locali, ordini religiosi, scuole e università, imprese e parrocchie, attraverso eventi, seminari e occasioni di confronto. Anche l’arte avrà un ruolo importante: «Lo spirito della Laudato si’ parte da uno sguardo contemplativo sul creato», afferma suor Alessandra. «L’arte in questo processo è importantissima perché ci dice gratuità, passione. Ci dice che a smuoverci è la tensione verso il bello, non tanto il fatto che “dobbiamo” cambiare i comportamenti». Un’eredità che questo anno vuole lasciare sono le living chapel, le cappelle viventi: luoghi di preghiera all’aperto, realizzati con materiali ecosostenibili, all’insegna dell’armonia tra spiritualità e natura, grazie all’apporto delle arti, dalla musica all’architettura. La prima living chapel è sorta nell’orto botanico di Roma. «La seconda si sta progettando in Veneto». «L’obiettivo dell’anno di celebrazione della Laudato si’ e dei sette anni seguenti è entrare nel concreto della transizione ecologica», continua la religiosa salesiana. «Cosa vuol dire per un’università, per esempio, essere completamente sostenibile? La Georgetown University di Washington, negli Usa (retta dai Gesuiti), ha trasformato strutture, comportamenti e persino la didattica, in modo da essere in linea con la Laudato si’. E in questi mesi metterà a disposizione di altri atenei la propria esperienza».

VITA DONATA PER IL VANGELO
Donna, economista e religiosa. Questi tre aspetti contraddistinguono in modo profondo l’impegno di suor Alessandra Smerilli, che di recente è stata chiamata a far parte anche del Comitato di donne per le pari opportunità del Governo italiano, voluto dalla ministra Elena Bonetti per il dopo emergenza sanitaria. «Sono cresciuta in un oratorio salesiano», racconta la religiosa. «A 16 anni ero animatrice di altri ragazzi e molto presto, a partire dall’incontro con la parola del Vangelo, ho avvertito la chiamata a seguire Cristo, e a farlo con i giovani e per i giovani. Queste sono le due dimensioni che mi porto dentro. Quando poi ho conosciuto le Figlie di Maria Ausiliatrice, mi ha colpito questo carisma dentro la famiglia salesiana che ha più a che fare con le giovani donne, con il femminile. E da allora anche questa è un’attenzione che ho sempre più sviluppato, anche perché sono convinta che la questione femminile sia una delle sfide cruciali del nostro tempo. Lo si è visto anche durante il lockdown. Da una parte, a essere penalizzate sono state soprattutto le donne, molte delle quali hanno dovuto rinunciare al lavoro per l’impossibilità di conciliarlo con gli impegni familiari. È vero che molti uomini hanno vissuto la stessa situazione di lavoro entro le mura domestiche durante la pandemia, ma i dati ci dicono che solo il 55% ha contribuito di più rispetto al solito alla gestione della casa e dei figli. Dall’altro lato si è visto che i Paesi governati da donne – penso alla Nuova Zelanda o alla Germania, per esempio – hanno reagito molto meglio alla crisi. Una recente analisi sul New York Times ha riconosciuto alle leader di questi Paesi chiarezza nella comunicazione, capacità di empatia e di mettersi nei panni dei cittadini, di comunicare in modo chiaro ed efficace, chiarezza nelle decisioni e non confusione rispetto a quanto si è visto in tanti altri Paesi. Forse la dimensione del prendersi cura, più sviluppata dalla parte femminile dell’umanità, ha permesso una reazione migliore di fronte a emergenze dove la salute viene messa in discussione. Ci sono capacità che le donne hanno sviluppato più degli uomini, per ragioni anche culturali, che sono particolarmente adatte ad affrontare i problemi del nostro tempo. Rinunciare a questo contributo sarebbe come guardare con un occhio solo: la visione della realtà è deformata».

ECONOMISTA PER OBBEDIENZA
Se è diventata religiosa per scelta, suor Alessandra ha cominciato a studiare economia per “obbedienza”. «Volevo occuparmi dei giovani e lavorare nel sociale. Invece la mia superiora, al momento di scegliere la facoltà, mi chiese di iscrivermi a Economia. Lei guardava avanti e mi disse che l’economia sarebbe diventata sempre più importante, e che come educatrici non potevamo non occuparcene. All’inizio mi crollò il mondo addosso, poi studiando ho capito che mi interessava andare a fondo dei modelli di teoria economica. Grazie all’incontro con studiosi come Antonio Maria Baggio e Luigino Bruni, ho trovato la mia strada: ho capito che era possibile fare economia in modo scientifico, ma mettendo al centro valori diversi rispetto a quelli classici. Alcune teorie economiche su cui basiamo la nostra vita danno per scontato, per esempio, che sia sempre e comunque meglio per le persone avere più beni, possedere sempre di più. Oggi sono convinta che sia necessario rimettere l’economia al suo posto in un quadro più ampio, renderla davvero strumento al servizio di un benessere che è uno star-bene delle persone in tutti i sensi». Per affrontare le sfide del futuro, secondo suor Smerilli, sarà fondamentale puntare sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione: «Serve una politica lungimirante, un nuovo protagonismo dello Stato e una rinnovata cooperazione fra i governi», afferma l’economista. «Papa Francesco l’ha detto benissimo il 27 marzo: “Nessuno si salva da solo”. Questo virus, un esserino invisibile l’ha reso evidente: si può fare tanto nella gestione dell’epidemia, ma poi basta l’arrivo di un aereo da un altro Paese per rimettere tutto in discussione. L’Europa si sta mostrando forte in questo senso, ma ci aspettano profondi cambiamenti, soprattutto nel mercato del lavoro. È essenziale capire dove si sta andando per intervenire per gestire la transizione. Non dobbiamo aspettare che milioni di persone perdano il lavoro per riconvertire alcuni settori della produzione. Va fatto subito, prima che ci sia la crisi sociale. In questo senso, il Green New Deal, il progetto europeo per la transizione ecologica dell’Unione europea, può essere un’occasione per creare nuovi posti di lavoro e, nello stesso tempo, per andare verso un’economia riconciliata con l’ambiente e la natura, con tempi e ritmi di lavoro umani».

Cinema Teatro Don Bosco Cuneo: Gennaio Salesiano 2020

In occasione del Gennaio Salesiano 2020, i Salesiani di Cuneo propongono un ciclo di incontri in collaborazione con la PGSD Auxilium che si intitola “Educare è una cosa seria”, presentando tre serate di dialogo. I tre appuntamenti sono realizzati con il patrocinio del Comune di Cuneo e il contributo della Fondazione CRC. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

EDUCARE È UNA COSA SERIA:
18 – 31 GENNAIO

In occasione del Gennaio Salesiano (a fine mese cade la festa di San Giovanni Bosco) le Associazioni della Famiglia Salesiana propongono alcuni appuntamenti per riflettere sulle tematiche educative.

Il ciclo di incontri del Gennaio Salesiano 2020, proposto in collaborazione con la PGSD Auxilium, si intitola “Educare è una cosa seria” e presenta tre serate di dialogo con importanti esperienze che si confrontano con l’educazione dei giovani e degli adulti, indagando contemporaneamente sull’attualità del sistema educativo salesiano.

  • Sabato 18 gennaio alle ore 21, (con replica domenica 19 gennaio, ore 17.30) la Sala della Comunità propone il lecture show CAPOLAVORI condotto da Mauro Berruto. Per questo solo evento l’ingresso è a pagamento (Intero € 12 | Ridotto € 8). Avvio delle prevendite mercoledì 18/12 ore 17-19.
  • Venerdì 24 gennaio alle ore 21, il pubblico potrà dialogare sulla responsabilità educativa con l’imprenditore educatore Johnny Dotti nella serata dal titolo EDUCARCI AD EDUCARE. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
  • Venerdì 31 gennaio sempre alle ore 21, il direttore della Comunità Salesiana don Mauro Mergola racconterà la sua esperienza educativa decennale nel quartiere di San Salvario a Torino, nell’incontro dal titolo DON BOSCO OGGI.

I tre appuntamenti sono realizzati con il patrocinio del Comune di Cuneo e il contributo della Fondazione CRC.

ORARI EVENTI

Sabato 18 gennaio | ore 21

Domenica 19 gennaio | ore 17.30

Venerdì 24 gennaio | ore 21

Venerdì 31 gennaio | ore 21

ORARI BIGLIETTERIA

Per i biglietti di CAPOLAVORI:

Lunedì e mercoledì ore 17-19

Sabato, domenica e aperture festività natalizie: negli orari di proiezione dei film.

Per gli altri eventi, l’ingresso è libero fino ad esaurimento posti

BIGLIETTI E ABBONAMENTI

Per l’evento CAPOLAVORI:

  • Intero € 12 | Ridotto € 8

Ridotti per: tesserati associazioni famiglia salesiana, tesserati PGSD Auxilium, tesserati CSI. Occorre esibire la tessera in biglietteria.

Si possono prendere massimo 10 biglietti per ogni acquisto. Non si accettano prenotazioni telefoniche.

Per gli eventi di venerdì 24 e venerdì 31 l’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

#giovaniesceltedivita: a Roma un Congresso internazionale sulle «prospettive educative»

L’Università Pontificia Salesiana e la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium organizzano un Congresso Internazionale, in prossimità del Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” per offrire un contributo allo studio del mondo giovanile in rapporto alle scelte di vita a partire dallo specifico punto di vista che qualifica la ricerca universitaria nell’ambito delle scienze dell’educazione e nella prospettiva più generale dell’umanesimo pedagogico cristiano che sta a fondamento del sistema formativo di San Giovanni Bosco. Il Congresso, che si svolgerà presso l’Università Pontificia Salesiana a Roma dal 20 al 23 Settembre, vedrà riuniti studiosi, educatori, formatori e giovani da ogni parte del mondo, per condividere ricerche, riflessioni, esperienze e buone pratiche.

Si segnala, qui di seguito, l’articolo apparso nella sezione di Vatican Insider de “La Stampa” in relazione al congresso internazionale dal titolo «Giovani e scelte di vita: prospettive educative»:

 

Università Pontificia Salesiana e Facoltà Auxilium: insieme per i #giovaniesceltedivita

In attesa del Sinodo dei vescovi sui ragazzi gli Atenei organizzano un Congresso internazionale sulle «prospettive educative»

L’Università Pontificia Salesiana annuncia il congresso internazionale «Giovani e scelte di vita: prospettive educative» (sito web: www.giovaniesceltedivita.org).

Nei giorni vicini alla festa di San Giovanni Bosco (31 gennaio), invitano a condividere su Twitter l’hashtag #giovaniesceltedivita e a visitare la pagina Facebook Giovani e scelte di vita.

In prossimità della celebrazione del Sinodo dei vescovi su «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», l’Università Pontificia Salesiana e la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium organizzano dunque dal 20 al 23 settembre 2018 il congresso internazionale che si svilupperà secondo quattro sessioni: ascolto dei molteplici e plurali mondi giovanili, per cogliere nei giovani sfide e opportunità per formarli alle scelte intese come «esercizio di autentica libertà umana e di responsabilità»; approfondimento del rapporto giovani – scelte di vita, per accompagnare i giovani nel passaggio alla vita adulta e per la costruzione della propria identità; offerta di alcune prospettive di intervento educativo e pastorale a partire dal contributo originale del carisma educativo salesiano che si esprime nel criterio preventivo; presentazione di alcune buone pratiche di percorsi, per educare i giovani alle scelte nei diversi ambiti di vita.

Il Congresso intende offrire un contributo allo studio del mondo giovanile in rapporto alle scelte di vita a partire dallo specifico punto di vista che qualifica la ricerca universitaria nell’ambito delle scienze dell’educazione e nella prospettiva più generale dell’umanesimo pedagogico cristiano che sta a fondamento del «Sistema preventivo» di san Giovanni Bosco.