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Una storia che si scrive ancora: raduno dell’equipe di Animazione Missionaria a Genova

“Siamo parte di un sogno d’amore”. Un sogno che ha preso forma l’11 novembre 1875, prima spedizione missionaria Sdb, e il 14 novembre 1877, prima spedizione missionaria Fma, e che continua a scorrere e a scriversi nei suoi dettagli più particolari ancora oggi coinvolgendoci come famiglia salesiana tutta.

Lo scorso 10 e 11 novembre si è riunita a Genova Sampierdarena l’Equipe Nazionale di Animazione Missionaria, ovvero un gruppo di Sdb, Fma e giovani appartenenti alle varie realtà territoriali di Animazione Missionaria d’Italia per continuare una riflessione comunitaria, avviata lo scorso anno a Valdocco, in vista dell’anniversario dei 150 anni dalle prime spedizioni.

Durante la prima giornata abbiamo visitato gli ambienti del futuro Museo delle spedizioni missionarie (salesiane) che verrà realizzato all’interno dell’opera di Sampierdarena e poi ci siamo diretti verso il Museo delle Emigrazioni: una vera realtà di confronto con tante storie di uomini e donne che si sono trovati, per svariate ragioni, a partire e lasciare la propria casa. È stato bello ritrovare tra di loro anche figure della nostra famiglia: Artemide Zatti, Don Piperni (sdb) e suor Maddalena Inzaghi (fma). Una delle particolarità del museo è che si viene associati ad un passaporto per simulare dialoghi in lingua con persone di altri paesi. Sono anche presenti monitor per scoprire quale lavoro sarebbe stato affidato in determinate epoche in base al proprio genere e alla propria età. Davvero un museo toccante e che fa porre domande su tematiche sicuramente molto attuali.

Ci siamo poi spostati per un momento di riflessione e preghiera nella Chiesa di San Sisto, in cui don Bosco celebrò la sua prima Messa a Genova, nel 1857. Davvero un regalo della provvidenza. Qui abbiamo riletto le parole donate da don Bosco e Madre Mazzarello ai primi missionari e missionarie e ci siamo chiesti cosa possano dire a noi oggi. Dopo un cammino che ci ha condotti fino al porto antico, da cui salparono i primi missionari, in serata siamo rientrati a Sampierdarena dove ci aspettava la buonanotte di don Stefano Aspettati, ispettore dell’ICC e di sr Elide Degiovanni, ispettrice della ILS, che ci hanno incoraggiati alla gioia, all’affidamento e al riconoscerci tutti fratelli.

Il sabato mattina abbiamo riflettuto su alcuni cammini che potrebbero aiutare l’Italia salesiana a prepararsi al 150° anniversario delle prime spedizioni SDB e FMA. Quanto emerso, sarà condiviso con Delegati e Consigliere di PG e con Ispettori e Ispettrici per poter procedere all’avvio dei lavori.

È stata un’occasione di incontro bella, segno della presenza e della guida dello Spirito che siamo sicuri abbia illuminato le nostre riflessioni e che speriamo possano essere belle idee di condivisione e fraternità per tutto il territorio nazionale.

Sono stati giorni intensi e soprattutto intrisi dell’amore di quel sogno di cui siamo parte anche noi oggi come Italia salesiana.

Gaia Greco

Anziani e ammalati, pregate per le missioni!

 “Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario!”, “non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!”: cita Papa Francesco, don Guillermo Basañes, Consigliere per le Missioni, nella sua Lettera ai Salesiani anziani e ammalati, per incoraggiarli a vivere lo zelo missionario anche nelle difficoltà proprie della loro condizione. Il Consigliere ha inviato il suo messaggio in occasione della ricorrenza della Prima Spedizione Missionaria Salesiana, inviata l’11 novembre 1875.

Don Basañes ricorda le tentazioni che devono fronteggiare molti Salesiani “che si trovano in prima linea”: tentazioni di scoraggiamento, di divisioni e d’individualismo, di fedeltà alla missione. Per questo invita tutti a supplicare il Cuore di Gesù, e a collaborare alle missioni attraverso “le abbondanti e sempre crescenti preghiere”, che da sempre alimentano le missioni.

Il Consigliere ringrazia, infatti, per questo continuo apostolato della preghiera, di cui due frutti evidenti sono stati nell’anno che si conclude la 148ª Spedizione Missionaria Salesiana e la liberazione di don Tom Uzhunnalil. Mentre la beatificazione del salesiano slovacco don Titus Zeman viene presa a modello per capire “quanti frutti vocazionali e missionari” possono derivare dalla sofferenza, unita alla perseverante preghiera.

Don Basañes termina affidando ai suoi confratelli anziani e malati alcune intenzioni particolari: “i rifugiati, specialmente per quelli Sud-Sudanesi che si trovano nel nord dell’Uganda”; e “le nostre presenze salesiane tra i popoli indigeni della foresta Amazzonica”.

Lettera ai Confratelli anziani dal Consigliere per le Missioni

Roma, 11 novembre 2017

Carissimi confratelli,
Vi saluto con affetto dalla basilica del Sacro Cuore situata presso la stazione ferroviaria di Termini, a Roma. Come sapete, è questa adesso la casa del Successore di Don Bosco. E con lui, la casa di tutti noi!

Da qui, cari confratelli, penso a voi, ricordando il nostro povero padre Don Bosco che, sfinito, tra enormi fatiche e lacrime riesce a fare la sua ultima (la 20ª!) visita a Roma, lasciandoci in eredità una Congregazione giovane, vibrante, missionaria.

Ancora una volta quest’anno rivolgo un saluto a voi, carissimi confratelli, che per l’età, per malattia o per altri motivi, vi trovate abitualmente lontani dal giornaliero contatto educativo-pastorale della nostra missione.

Come sapete, offro questo saluto facendo memoria della prima Spedizione Missionaria inviata dal nostro caro padre Don Bosco, l’11 novembre 1875. Quello stesso fuoco missionario arde ancora nella nostra cara Società di San Francesco di Sales. Non pochi giovani di tutto il mondo si sentono attirati dalla chiamata del Signore Gesù vedendo il coraggio e la generosità dei missionari di oggi.

E voi, cari confratelli, avete l’enorme responsabilità di collaborare perché non si spenga questa fiamma missionaria salesiana. “Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario!”, “non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!”, ci ripete Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (n. 80 e n. 83). Ogni vostra piccola o grande sofferenza, ogni vostro piccolo o grande gesto di pazienza e di tenerezza, ogni vostra lunga o breve preghiera, è un carbone acceso che non lascia che questo fuoco si spenga!

Non sono poche le tentazioni che oggi subiscono i missionari, e che subiscono anche le nostre comunità che si trovano in prima linea dell’attività missionaria salesiana in tutti e cinque i continenti. Tentazioni di scoraggiamento, d’indebolimento o perfino di perdita della fede! Tentazioni d’intolleranza, di divisioni, d’individualismo, di potere. Tentazioni che attaccano direttamente la fedeltà del missionario nei suoi tre voti di obbedienza, povertà, castità.

Eppure, il Signore continua a dire ad ogni missionario: “renditi umile, forte e robusto”.

Caro confratello, ti prego, ti supplico: fa’ tua questa preghiera:
Cuore di Gesù, rendi umili i nostri missionari!
Cuore di Gesù, rendi forti i nostri missionari!
Cuore di Gesù, rendi robusti i nostri missionari!

Certo, ho anche l’obbligo di ringraziare vivamente ognuno di voi, per le abbondanti e sempre crescenti preghiere di quest’anno che volge al termine. Un frutto lampante delle vostre preghiere è stata l’ultima Spedizione Missionaria, la 148ª. È stata inviata dal nostro caro Rettore Maggiore, don Ángel Fernández Artime, il 24 settembre scorso da Valdocco. Sono stati inviati ventun nuovi missionari, che hanno tra i 22 ed i 61 anni di età, in tutti e cinque i continenti. Coadiutori, sacerdoti e chierici, in voti temporanei o perpetui: tutti pronti, ad annunciare Gesù Cristo dappertutto.

So anche che siete stati molto vicini, attraverso le vostre preghiere e sacrifici, alla difficile prova per la quale è passato il nostro caro confratello missionario, don Tom Uzhunnalil, prigioniero per diciotto mesi nello Yemen. La sua testimonianza di preghiera, fortezza e serenità ha messo in evidenza quanto debbano pregare i missionari e quanto dobbiamo sostenerli attraverso le nostre preghiere.

Finalmente, la Beatificazione del nostro confratello slovacco, don Titus Zeman, ci ha fatto capire quanti frutti vocazionali e missionari il Signore ha saputo offrire alla Congregazione e a tutta la sua Chiesa, attraverso la sua lunga sofferenza, i tormenti che ha subito e la sua fiduciosa e perseverante preghiera. Mentre il suo attivo e coraggioso lavoro diretto a salvare le vocazioni è durato meno di un anno, è stato più tardi – attraverso una lunga passione – che il Signore l’ha guidato nel completare nella sua carne “quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1, 24).

So dunque, cari confratelli, che l’esempio di don Tom e adesso l’intercessione del Beato Titus Zeman, li avete sentiti molto vicini a voi e alla vostra vita quotidiana.
Per concludere, vi affido, oltre alle vostre preghiere giornaliere per i missionari salesiani in tutto il mondo, queste due intenzioni particolari:
– Per i rifugiati, specialmente per quelli Sud Sudanesi che si trovano nel nord dell’Uganda; al giorno di oggi si contano più di 1.4 milioni, di cui, la maggioranza, bambini e giovani. Come salesiani già siamo presenti ma dobbiamo ancora irrobustire questa presenza;

– Per le nostre presenze salesiane tra i popoli indigeni della foresta Amazzonica; siamo in Perù, Ecuador, Brasile e Venezuela. La convocazione di un Sinodo speciale per il 2019 su questa tematica, rafforza la nostra responsabilità missionaria in quei contesti.

Vi affido alla benedizione materna e consolatrice dell’Ausiliatrice!
In don Bosco,

 

don Guillermo Basañes
Consigliere per le Missioni