L’intervista del Rettor Maggiore e altri approfondimenti dalla festa per l’Ausiliatrice

Si segnala lo speciale de “La Voce E Il Tempo”, edizione di domenica 3 Giugno 2018, circa l’intervista di M. Lomunno al Rettor Maggiore e l’omelia dell’Arcivescovo di Torino, raccolte in occasione dei festeggiamenti per Maria Ausiliatrice:

Don Artime: non prediche ma più ascolto

«Sono sempre commosso quando torno a Valdocco per la festa di Maria Ausiliatrice perché penso che in questo preciso momento in 132 paesi del mondo milioni di persone e soprattutto di ragazzi e ragazze stanno pregando la Madonna come indicava don Bosco». Sono parole di don Àngel Fernandèz Artime, Rettor Maggiore dei salesiani: lo abbiamo incontrato nel cortile di Valdocco giovedì 24 maggio, Solennità di Maria Ausiliatrice, al culmine della sua visita Ispettoriale d’animazione alle opere salesiane del Piemonte e della Valle d’Aosta per una felice concomitanza fissata nell’anno delle celebrazioni per il 150° di fondazione della Basilica.

I giovani che lei incontra si rivolgono a Maria?

I torinesi sono fortunati perché hanno questa bellissima Basilica che invita alla preghiera ma penso ai giovani della Siria incontrati recentemente nelle nostre opere che hanno perso tutto e non hanno più una chiesa dove incontrarsi o altre zone del pianeta (anche in Italia) dove la povertà delle strutture e le poche prospettive di futuro per le nuove generazioni non frenano la speranza nella Provvidenza. Ho incontrato tanti giovani che non hanno altro modo di arrivare a Gesù se non mediante l’affidamento a Maria perché tutti noi siamo nati dal grembo di una madre e Gesù nel punto di morte ha affidato il suo discepolo preferito alla sua mamma. Così continua a fare con noi. Dobbiamo ripetere ai nostri ragazzi di avere fiducia nella Madonna.

I giovani, anche a Torino, messi in crisi dalla disoccupazione e dalla povertà, sono sfiduciati, molti non lavorano né studiano, non hanno adulti di riferimento…

Sono questi i giovani che oggi a Torino don Bosco ritornerebbe a cercare e sono questi i giovani a cui noi salesiani, come ci ha suggerito il Papa due anni fa in questa Basilica, dobbiamo dedicarci.
Con concretezza, aiutandoli a prendere in mano la loro vita insegnando loro un mestiere che dia loro fiducia nelle proprie capacità, ascoltandoli, facendo loro da padre e da fratello maggiore quando non c’è la famiglia come i tanti minori soli non accompagnati che bussano alle nostre case. Non prediche o lezioni ma cose semplici che risolvono le emergenze. Prendiamoli per mano, guardiamoli negli occhi. Il resto arriverà.

Marina LOMUNNO

 

LA FESTA – LE PAROLE DELL’ARCIVESCOVO NELLA CELEBRAZIONE IN SANTUARIO E ALLA PROCESSIONE PER LE VIE DELLA CITTÀ

L’Ausiliatrice vicina ai ragazzi sfiduciati

C’è un’emergenza che oggi come nella Torino dei Santi sociali stringe come in una morsa la nostra città: sono i giovani e i poveri. Queste persone, in particolare, l’Arcivescovo ha affidato all’ Ausiliatrice, nella festa liturgica celebrata giovedì 24 maggio, culmine della settimana di celebrazioni in Basilica.

La solennità di Maria Ausiliatrice, tra le feste religiose sentite dai torinesi che ogni anno, il 24 maggio, si uniscono idealmente alla famiglia salesiana sparsain 132 Paesi del pianeta, quest’anno è stata particolarmente solenne: nelle Messe che dalla mattina alle 7 si sono susseguite ogni ora fino alla la processione serale con la statua della Vergine, è stato ricordato il 150° di fondazione della Basilica. La chiesa, voluta da don Bosco in seguito al «celebre» sogno in cui la Madonna lo invitava a costruirea Valdocco «la sua casa» divenne poi Casa Madre della congregazione salesiana e centro propulsore del metodo preventivo del santo dei giovani che la inaugurò e consacrò il 9 giugno 1868. E proprio sabato 9 giugno alle 10, in Basilica, con una Messa presieduta da mons. Renato Boccardo, valsusino di
nascita, Arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della conferenza episcopale umbra, si concluderanno ufficialmente le celebrazioni per il 150°, un fitto calendario di incontri, tra cui la visita a Valdocco del presidente della Cei card. Gualtiero Bassetti lo scorso 9 marzo e la recente visita ispettoriale d’animazione del Rettor Maggiore don Ángel Fernàndez Artime alle opere e ai confratelli del Piemonte e della Valle D’Aosta.

Durante la concelebrazione in mattinata, mons. Nosiglia ha sottolineato che oggi, come nella Torino dell’Ottocento dove don Bosco insieme ai santi sociali cercava di dare sollie

vo e futuro a migliaia di indigenti e giovani fragili, «c’è bisogno di ridare un’anima alla nostra città». «Affidiamo a Maria Ausiliatrice anzitutto i giovani e il prossimo evento del Sinodo, che li vedrà protagonisti. I giovani sono purtroppo molto sfiduciati, perché non hanno voce nella società e vengono giudicati disimpegnati, senza ideali» – ha proseguito l’Arcivescovo – «La separatezza tra il mondo adulto e quello dei ragazzi e giovani è una delle criticità più preoccupanti della nostra società. Don Bosco non si limitava ad accoglierli, ma si faceva carico delle loro necessità, come quella educativa e quella della loro professione». E poi la preoccupazione «per la crescente presenza di poveri nella nostra città: don Bosco, il Cottolengo, il Murialdo, la marchesa di Barolo ci insegnano che per dare risposte appropriate e permanenti bisogna abitare le periferie, conoscere e incontrare le persone che le vivono. Se si sta in mezzo alla gente, si comprendono meglio le loro concrete possibilità, per cui bisogna sporcarsi mani e piedi lì dove la gente affronta giorno per giorno tante sofferenze e si sente scartata o poco ascoltata e, soprattutto, non vede la fine del tunnel di povertà che sta percorrendo». Riflessioni che Nosiglia ha ripreso in serata quando, accanto al Rettor Maggiore dei salesiani don Ángel Fernàndez Artime, ha guidato la tradizionale e affollatissima processione con la statua di Maria Ausiliatrice per le vie di Valdocco. E richiamando il tema dell’assemblea diocesana sulla vocazione dei giovani, Nosiglia ha invocato l’Ausiliatrice perché indichi ai ragazzi e alle ragazze «il tuo esempio da seguire nel dono di sé per gli altri, nella risposta gioiosa alle chi

amate anche impegnative del Signore. Trovino nelle nostre comunità un ambiente ricco di ascolto e dialogo, per valorizzare le loro risorse creative e nuove. In questo tempo di crisi, suggerisci ai responsabili civili, economici e del mondo del lavoro, le vie più adeguate per ridare loro speranza in un futuro più sicuro e sereno». (m.lom.)